tarquinia
Tarquinia (già Corneto) è situata a 149 mt. s.l.m. su un colle che si leva ripido sulla breve pianura costiera ,a 4 Km.dal Tirreno e a 15 da Civitavecchia. Il vastissimo comune comprende aree coltivate (cereali, viti, ulivi ), pascoli e macchie. Sul mare presso porto Clementino, le saline ormai in disuso divenute importante oasi naturalistica e tappa strategica nelle rotte migratorie di molte specie di acquatici.
Tarquinia secondo la leggenda etrusca , sarebbe stata fondata dall’eroe Tarconte ; le origini del centro abitato, costruito sullo sperone roccioso dell’odierno Piano della Civita risalgono all’inizio del primo millennio a.C.;dalla fine del sec.VIII° al VI° ebbe un grande sviluppo culturale ed economico e fu capitale di uno tra i più potenti stati etruschi, esteso dal mare al lago di Bolsena; dette a Roma, secondo la leggenda , la dinastia dei Tarquini. Dopo l’inizio del V° sec.
La sua potenza cominciò a declinare; nel IV° sec. sostenne varie lotte contro Roma soprattutto negli anni358-351 a.C. e quindi entrò nell’orbita di Roma come stato federato. Oggetto nel medio evo di frequenti invasioni barbariche la cittadina venne circondata da mura fortificate erette con grossi blocchi squadrati di tufo che le fecero sostenere vittoriosamente assedi quali quello di Federico II° (1245) e dei Romani (1283). Nel 1355 infine se ne impadronirono gli Orsini e dopo di essi fu sottoposta all’autorità dei papi, che l’infeudarono dapprima ai Vitelleschi e nel 1500 l’incorporarono direttamente allo stato. Sull’altura orientale si trova la cosiddetta Ara della Regina, enorme basamento (mt.77 x 36) su cui sorgeva un tempio preceduto da una grande scalea, colonne e capitelli di nenfro delle quali si è recuperato un gran numero di frammenti insieme con un vigoroso gruppo frontonale raffigurante due cavalli alati ad altorilievo del III° secolo a.C. divenuti simbolo della città e custoditi presso il museo allestito nel palazzo Vitelleschi . Tutt’intorno alle mura si estendono le necropoli; quella più ricca è sul colle dei Monterozzi, con le celebri tombe a camera dipinte con scene di banchetti funebri , di giochi, di culto, del viaggio agli inferi e all’oltretomba. Tra le più importanti vanno citate quella delle Leonesse, della Caccia e della Pesca, della Pulcella e dei Leopardi.